Agricoltura sociale

Prima di incontrare i ragazzi di AgriHousing non avevo mai sentito parlare di agricoltura sociale. Ebbene significa inserire persone socialmente ai margini in un tessuto lavorativo in combo con una mission di sostenibilità ambientale ed economica. E mi si è aperto un mondo. Quello di Agrivis, una cooperativa milanese del Gruppo L’Impronta, che da anni opera nel settore della formazione, del tutoring, del sostegno all’integrazione e al re-inserimento, al fine di garantire concretamente l’accesso alle pari opportunità delle persone svantaggiate.

È un progetto bellissimo che possiamo supportare in prima persona (arrivate fino in fondo e troverete tutti i dettagli sul loro crowdfunding!)

Ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con Andrea Piscetta, referente per Agrivis, qualche settimana fa in una diretta sul profilo di TerraLab, che potete recuperare qui.

Oggi approfondiamo, invece, insieme ad Andrea Foschi, Responsabile del Gruppo L’Impronta, che ringrazio di cuore per aver risposto alle mie domande.

Ciao Andrea, come nasce questa meravigliosa iniziativa? Chi sono le persone dietro l’ideazione di questo progetto e con quale intento si sono mosse per decidere di realizzare AgriHousing?

Andrea: Tutto è nato nel 2016, con la nascita di Agrivis, la cooperativa sociale agricola del Gruppo L’Impronta, una rete di organizzazioni sociali che opera nel sud Milano, accogliendo e inserendo al lavoro persone fragili e con disabilità. Agrivis è l’ultimo atto della costruzione di una rete di economia sociale, una vera e propria filiera alimentare, che parte dalla terra sino ad arrivare alla tavola. Il Gruppo L’Impronta gestisce infatti anche un panificio/pasticceria, Gustolab, ed un ristorante, Gustop, che si integrano con la produzione bio della cooperativa agricola. In quell’anno si decise di acquistare 3,5 ettari di terreno all’interno del Parco agricolo Sud Milano, con l’obiettivo di inserire attraverso lavori in gran parte manuali persone con fragilità. Il campo era sprovvisto di qualsiasi struttura di accoglienza per i lavoratori e per i clienti. È partita così l’idea di costruire una cascina, nel rispetto di tutti i parametri di tutela ambientale e paesaggistica del parco per accogliere i lavoratori. Da qui il progetto AgriHousing che nello specifico metterà a disposizione 2 appartamenti per accogliere 10 persone in una logica di gestione di housing sociale.

Parliamo di inserimento di persone fragili: a chi è specificatamente rivolto questo progetto?

A: Il target sarà principalmente costituito da persone migranti segnalati dagli Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) o da altri enti del terzo settore che si occupano direttamente di accoglienza e protezione di migranti. La selezione sarà fatta con cura dai nostri educatori con l’obiettivo di garantire una sana e felice co-abitazione tra le persone accolte.

Esistono percorsi di reinserimento nel tessuto sociale oppure già AgriHousing è una tappa di arrivo?

A: Agrivis è una tappa transitoria: potrà essere definitiva per gli aspetti lavorativi per alcuni, ma per altri sarà un momento di accompagnamento verso il riscatto sociale, lavorativo ed abitativo. I nostri educatori avranno anche il compito di svolgere un ruolo da tutor per aiutare i ragazzi accolti a trovare un’abitazione definitiva (alloggi popolari ed altro) ed un lavoro stabile. Nel frattempo la cooperativa potrà comunque offrire loro uno tirocinio per imparare il mestiere dell’agricoltore. In una logica di housing sociale è prevista l’accoglienza temporanea negli appartamenti sino ad un massimo di 18-21 mesi.

Come si articola il progetto, potresti raccontarcelo dalla A alla Z?

A: Il progetto prevede il completamento della costruzione e finitura degli appartamenti entro Ottobre 2021. Poi inizierà la fase di selezione degli ospiti accolti. Al contempo si attiveranno i primi percorsi di tutoraggio degli ospiti e l’avvio delle prime attività lavorative in campo e i tirocini. Entro un anno contiamo già di poter raccontare storie in positivo che riguardano la soluzione abitativa e lavorativa finale per i primi ospiti accolti.

Lavoro, abitazione e fragilità coniugate in un contesto di agricoltura sociale urbana: accennavo prima al significato di agricoltura sociale. Dove saranno destinati i prodotti biologici, saranno in vendita?

A: Per noi agricoltura sociale significa inserimento lavorativo di persone socialmente ai margini e al contempo sostenibilità ambientale ed economica. Oggi lavorano ad Agrivis in maniera stabile (assunzione a tempo indeterminato) 2 migranti e 2 persone con disabilità. Agrivis produce ogni anno circa 200 quintali di verdure e piccoli frutti certificati biologici, ma la tendenza è quella della crescita produttiva. I prodotti freschi di possono acquistare presso un nostro emporio (gestito da persone con disabilità): le Botteghe de L’Impronta che si trova a Milano in Via Feraboli 15.

Ci potresti raccontare quali sono tutti i modi per sostenere questa splendida iniziativa?

A: Abbiamo trovato risorse da alcuni grandi donatori per avviare la costruzione della Cascina, ma non abbiamo ancora i fondi necessari per completare i 2 appartamenti, per questo è nata una bella iniziativa di crowdfunding civico, co-finanziata dal Comune di Milano. L’obiettivo entro il 24 aprile è di raccogliere 26.000 euro con l’aiuto di tutti. Donare è semplice basta collegarsi a questo link e seguire le istruzioni.

Potete scegliere di sostenere Agrihousing anche solo con un caffè, ma sappiate che dai 18 euro salire potrete ritirare o ricevere a casa anche la vostra cassetta di frutta e verdura bio oppure visitare anche il campo! Fantastico no?!

Published by Le citazioni della fè

Sostenibilità in pillole

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